È una crisi che, almeno per ora, non vede la luce. La grave carenza di infermieri non è solo una questione di numeri, ma il riflesso di dinamiche professionali che aggravano lo squilibrio tra bisogni assistenziali e disponibilità di personale
Medici di famiglia a rischio estinzione. In Italia mancano oltre 5.500 dottori di medicina generale (MMG) e sempre più cittadini faticano a trovare un medico di famiglia, soprattutto nelle aree più popolose.
C’è chi deve aspettare un anno e mezzo per una visita, un’ecografia o una tac. Ma c’è anche chi, dal Cup, si sente rispondere che “no, l’agenda di prenotazione è chiusa”. E quando non ci si può permettere di aspettare, non resta che ricorrere alle visite a pagamento. Reddito permettendo. Ormai, secondo il Rapporto Oasi (Cergas-Bocconi), una visita specialistica su due viene erogata privatamente, e lo stesso accade per 3 esami diagnostici su 10.
Grave crisi del personale, frattura Nord-Sud, boom della spesa delle famiglie (+10,3%), 4,5 milioni di persone rinunciano alle cure, crolla la spesa per la prevenzione (-18,6%). Nuove e vecchie criticità emergono dal Settimo Rapporto Gimbe presentato oggi al Senato. E per quanto riguarda la spesa sanitaria pubblica, si registra un gap di 52,4 miliardi di euro con la media dei paesi UE, ma la percentuale di Pil scende al 6,2% dal 2026.
Hanno scritto al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per chiedere di intervenire sul tema della responsabilità sanitaria, in primis per la “depenalizzazione della colpa medica”. Una questione più che mai attuale, considerando che ogni anno circa 35mila le denunce colpiscono i medici, e di queste il 95% finisce nell’assoluzione o nell’archiviazione.