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Sette “cambiamenti obbligatori” (come istituire i Dipartimenti di prevenzione, i Distretti, i Dipartimenti di Salute mentale) e altrettanti suggerimenti “migliorativi”, per far sì che la legge sanitaria lombarda sia finalmente armonizzata all’ordinamento nazionale della sanità pubblica. Sono le conclusioni contenute nel documento di 73 pagine che l’Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, ha inviato il 16 dicembre al presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, chiedendo di effettuare le modifiche con tempestività.

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Dagli interventi di assistenza domiciliare al prezzo di 450 euro, ai vaccini antinfluenzali somministrati per 60-70 euro. È accaduto anche questo, nella regione più colpita dalla pandemia di coronavirus con 23mila decessi e una mortalità per 100mila abitanti che è il doppio di quella nazionale. Laddove la sanità pubblica non è riuscita a garantire i livelli essenziali di assistenza, ci ha pensato il privato, a pagamento. 

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"Ho avuto momenti di panico, ho temuto per mio marito, mi sono sentita isolata dal mondo e lontana dai miei affetti. Ma c'era sempre una voce amica che mi riportava alla realtà quando mi sentivo senza via d'uscita". Margherita, 60 anni, ha sperimentato il Covid-19 e il marito Pierluigi, 66, è uno dei pazienti lombardi che è stato curato a casa, grazie al telemonitoraggio avviato da una delle cooperative di medici di famiglia che si sono attivate su questo fronte, Iml (Iniziativa medica lombarda). Prima puntata sulle esperienze innovative della medicina territoriale in Lombardia.

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Fine anno e tempo di bilanci, anche per i malati rari. Difficilmente i conti possono essere in attivo in un annus horribilis come questo 2020.L’inizio della pandemia ha coinciso con la Giornata Mondiale delle Malattie Rare, completamente oscurata, e col passare dei mesi ad essere spariti dall’ordine del giorno sono stati anche i problemi, le aspettative e i diritti di circa 2 milioni di persone e delle loro famiglie.

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È davvero necessario l’antibiotico e quando bisogna prescriverlo? Il cortisone e l’eparina sono indicati fin dai primi sintomi? E come valutare l’idrossiclorochina di cui si è tanto parlato nei mesi scorsi? Sono solo alcune delle domande che trovano risposta nel primo compiuto “Vademecum” (che qui riportiamo integralmente) per trattare i covid-pazienti a domicilio. Un documento importante, elaborato per i medici generalisti dai dottori di famiglia e ospedalieri che più hanno avuto a che fare quest’anno con questa malattia.