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Con la Manovra del Governo, il fabbisogno sanitario nazionale viene incrementato di 3 miliardi di euro per il 2024, 4 miliardi per il 2025 e 4,2 miliardi per il 2026. Di conseguenza il FSN sale a 134 miliardi di euro per il 2024, 135,3 miliardi per il 2025 e 135,5 miliardi per il 2026.

Per il 2024 il Governo avrebbe così accolto buona parte delle richieste delle Regioni e del Ministro Orazio Schillaci (che chiedevano un aumento di 4 miliardi di euro). Tuttavia, 2,4 miliardi di euro dovrebbero essere destinati ai rinnovi contrattuali del personale sanitario, lasciando risorse insufficienti per le altre criticità, liste d'attesa in primis.È quanto rileva Fondazione indipendente Gimbe, osservando che questa Manovra del Governo non lascia intravedere un progressivo rilancio del finanziamento pubblico: dopo il balzo in alto del 2024, infatti, "tornano le cifre da 'manutenzione ordinaria' con incrementi talmente esigui nel 2025 e nel 2026 che non copriranno nemmeno gli aumenti legati all’inflazione". Secondo il presidente di Gimbe, Nino Cartabellotta, l’aumento del FSN disposto dalla Legge di Bilancio 2024 sostanzialmente conferma le stime della NaDEF 2023,  che per il triennio 2024-2026 "prevedevano una progressiva riduzione del rapporto spesa sanitaria/PIL, che precipita nel 2026 al 6,1%".

Le misure previste.  Tutte le misure rappresentano solo indicazioni di spesa per le Regioni nell’ambito del finanziamento assegnato, ma non costituiscono risorse aggiuntive. In dettaglio:

  • Rinnovo contratti dirigenza medica e sanitaria e comparto sanità, nell’ambito del rifinanziamento del fondo CCNL per il personale pubblico per il triennio 2022-2024. La Legge di Bilancio non riporta la cifra destinata al personale sanitario che - secondo quanto dichiarato dal Ministro Schillaci in audizione al Senato - ammonterebbe a 2.400 milioni di euro, ovvero l’80% dell’incremento del FSN 2024.

  • Abbattimento delle liste di attesa: l’obiettivo prevede tre misure integrate:

    • Rifinanziamento dei Piani Operativi Regionali per l'abbattimento delle liste d'attesa: la bozza della Manovra non indica la cifra, ma fa riferimento ad una quota non superiore allo 0,4% del finanziamento indistinto del FSN, che corrisponderebbe a circa 520 milioni di euro.

    • Incrementi delle tariffe orarie delle prestazioni aggiuntive di medici e personale sanitario del comparto: 280 milioni di euro per ciascuno degli anni 2024, 2025 e 2026.

    • Aggiornamento del tetto di spesa per gli acquisti di prestazioni sanitarie da privati. La bozza della Manovra non indica la cifra, ma indica un incremento della spesa consuntivata nel 2011 dell’1% per il 2024, del 3% per il 2025 e del 4% a decorrere dal 2026.

  • Aggiornamento dei Livelli Essenziali di Assistenza: 50 milioni di euro per il 2024 e 200 milioni di euro a partire dal 2025.

  • Potenziamento dell’assistenza territoriale per nuove assunzioni di personale sanitario, anche in deroga al tetto di spesa sul personale:  250 milioni di euro per l’anno 2025 e 350 milioni di euro a decorrere dal 2026.

  • Perseguimento degli obiettivi sanitari di carattere prioritario e di rilievo nazionale: 240 milioni di euro per l’anno 2025 e 340 milioni di euro a decorrere dal 2026.

  • Rideterminazione dei tetti della spesa farmaceutica: dal 2024 il tetto della spesa farmaceutica per acquisti diretti viene aumentato dall’8,15% all’8,6% e quello della spesa farmaceutica convenzionata viene ridotto dal 7% al 6,7%.

  • Modifiche alle modalità di distribuzione dei medicinali. La bozza della Manovra prevede un nuovo modello di remunerazione delle farmacie per il rimborso dei farmaci erogati in regime di SSN.

«Anche se numerose cifre non sono espressamente definite – commenta Cartabellotta – l’incremento di 3 miliardi di euro per il 2024 non sembra essere sufficiente per coprire i costi di tutte le misure previste dalla Manovra».

Carenza di medici. Il rinnovo contrattuale del personale dipendente è una misura necessaria, ma non sufficiente, per risolvere la grave carenza di personale sanitario, in particolare di infermieri e varie specialità mediche. Infatti, come spiega la Fondazione Gimbe, la bozza prevede, solo dal 2025, esigue risorse destinate alle nuove assunzioni e, soprattutto non programma la graduale abolizione del tetto di spesa sul personale sanitario.

Misure insufficienti per le liste d'attesa. Innanzitutto, secondo Cartabellotta, "non s’intravedono coraggiose riforme per monitorare e ridurre l’inappropriatezza delle prescrizioni mediche. In secondo luogo, si potenzia l’offerta con interventi dove il “collo di bottiglia” sono sempre i professionisti sanitari: rifinanziamento dei Piani Operativi Regionali per il recupero delle liste di attesa, incentivi economici a medici e infermieri già allo stremo per carenza degli organici e peggioramento delle condizioni lavorative, innalzamento del tetto di spesa per gli acquisti di prestazioni dal privato. Infine, non c’è alcun richiamo all’inderogabile aggiornamento del Piano Nazionale Governo Liste di Attesa, scaduto nel 2021».

«Il progressivo innalzamento del tetto di spesa per gli acquisti di prestazioni dal privato – spiega il Presidente – viene definito come incremento percentuale rispetto alla spesa consuntivata nel 2011. Una modalità che finirà inevitabilmente per favorire le Regioni che già 12 anni fa acquistavano più prestazioni dal privato».

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