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Su un totale di oltre 235mila casi di Covid-19 in Italia, quasi il 40% (oltre 89mila casi) si trova in Lombardia. Questa regione ha anche il più alto numero di decessi – più di 16mila all'inizio di giugno 2020 - e il tasso di letalità maggiore d'Italia, 18 per cento  Ma la Lombardia ha anche altri primati negativi. In primis il numero più basso in Italia di tamponi in rapporto ai contagi: qui si registra infatti un caso positivo al Coronavirus ogni 5 lombardi sottoposti al tampone, 

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Mentre attendiamo i risultati dell’indagine epidemiologica del Ministero della Salute che è partita il 25 maggio in tutta Italia, c’è chi afferma che il virus si sia “indebolito” e che gli italiani siano ormai al sicuro dal contagio. Anche le polemiche all'interno della comunità scientifica rischiano di creare confusione, lasciando spazio ad affermazioni negazioniste “no-mask” e “no-vax” che mettono a rischio la salute pubblica. Al di là di polemiche politiche e pretestuose, e in attesa di evidenze scientifiche, una cosa appare certa:

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“La ripartenza presenta rischi altissimi in Lombardia. Innanzitutto perché non sono state fatte indagini epidemiologiche sulla popolazione: da oggi possiamo uscire di casa per andare a lavorare ma nessuno sa “chi è l’altro”: molti potrebbero avvicinare persone infette sul luogo di lavoro o sui mezzi pubblici. Sulla metro affollata nell’ora di punta, la mascherina e il distanziamento fisico sono insufficienti: è necessario un piano di prevenzione più ampio”. Lancia l'allarme la consigliera regionale e infermiera Carmela Rozza (Pd) esortando i vertici regionali a “cambiare strategia”

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La Riforma Maroni che regola la sanità di Regione Lombardia (legge n.23 del 2015) venne approvata dal Governo in via sperimentale e con l’obbligo di essere sottoposta a verifica dopo 5 anni.

Oggi, alla luce della risposta ritenuta insoddisfacente alla pandemia di Covid (14mila vittime in Lombardia, la regione più colpita) un gruppo significativo di migliaia di cittadini, professionisti e politici lombardi chiede al Governo di porre fine alla “sperimentazione” della Riforma Maroni per tornare al rispetto della legge nazionale. 

Ecco il testo integrale della lettera: 

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“Quali persone ha incontrato negli ultimi giorni?”  “Con chi vive?”. Sono queste le due domande fondamentali che permettono di ricostruire la catena epidemiologica e far scattare le due principali misure di contenimento dell’epidemia: isolamento stretto per i malati di Covid-19; quarantena per i  contatti, in primis familiari e amici. “L’isolamento è l’elemento chiave per consentire di ridurre l’epidemia” - spiega Sandro Cinquetti, direttore del Servizio Igiene e Sanità pubblica (SISP) che fa parte del Dipartimento di Prevenzione dell’ULSS 2 Treviso, un bacino di utenza di 1 milione di abitanti.