Covid-19. Sandro Cinquetti (Prevenzione Treviso): "Immune al virus solo un italiano su 20, ecco le stime"
Mentre attendiamo i risultati dell’indagine epidemiologica del Ministero della Salute che è partita il 25 maggio in tutta Italia, c’è chi afferma che il virus si sia “indebolito” e che gli italiani siano ormai al sicuro dal contagio. Anche le polemiche all'interno della comunità scientifica rischiano di creare confusione, lasciando spazio ad affermazioni negazioniste “no-mask” e “no-vax” che mettono a rischio la salute pubblica. Al di là di polemiche politiche e pretestuose, e in attesa di evidenze scientifiche, una cosa appare certa:
"Prevenzione dimezzata in Lombardia, salute pubblica a rischio": l’allarme di Vittorio Carreri prima del Coronavirus
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“Soffro molto vedendo che nel settore della prevenzione e della sanità pubblica si sta tornando indietro in modo molto preoccupante e irresponsabile”. Così scrive Vittorio Carreri, nel suo libro La Prevenzione dimezzata (Editoriale Sometti), pubblicato lo scorso ottobre, sette mesi or sono, nell’imminenza della pandemia da Coronavirus che in Italia, soprattutto in Lombardia, sta registrando decine di migliaia di vittime.
Ed è un grido d’allarme che suona quasi profetico, soprattutto quando Carreri denuncia uno status quo dalle “gravi conseguenze per la salute pubblica”.
Covid-19. La chirurga e blogger Alberta Ferrari: "Quando 100mila medici su Facebook fanno la differenza"
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Ripartire in sicurezza? "È possibile solo se si scatta una fotografia del presente attraverso i test diagnostici". Ne è convinta Alberta Ferrari, chirurga senologa e autrice del blog sull’Espresso, Ferite vincenti dedicato alla salute della donna.
E proprio dal suo blog, lo scorso aprile, Ferrari si è fatta “portavoce di un appello ai decisori politici” da parte di un gruppo di 100mila medici italiani durante la fase più critica dell’emergenza Coronavirus.
Emergenza Covid, migliaia di cittadini scrivono a Conte: “Legge sanità della Lombardia non funziona, stop sperimentazione”
La Riforma Maroni che regola la sanità di Regione Lombardia (legge n.23 del 2015) venne approvata dal Governo in via sperimentale e con l’obbligo di essere sottoposta a verifica dopo 5 anni.
Oggi, alla luce della risposta ritenuta insoddisfacente alla pandemia di Covid (14mila vittime in Lombardia, la regione più colpita) un gruppo significativo di migliaia di cittadini, professionisti e politici lombardi chiede al Governo di porre fine alla “sperimentazione” della Riforma Maroni per tornare al rispetto della legge nazionale.
Ecco il testo integrale della lettera:
Il medico milanese Franco Marchetti: "I miei pazienti Covid sono tutti salvi e anch'io sono guarito. Ai primi sintomi serve terapia a casa"
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"È una questione di tempo. Quando il paziente comincia ad avere febbre, tosse, dispnea bisogna intervenire subito con la terapia a casa. Solo così puoi evitare l’aggravamento che rende tutto molto più complesso. Il tampone è fondamentale perché ti permette di partire con la cura farmacologica, e i medici di medicina generale devono poter prescrivere i test, come in Veneto”.
Fase 2, la consigliera regionale Rozza: “In Lombardia rischi altissimi da ripartenza”. Mozione di sfiducia a Gallera
“La ripartenza presenta rischi altissimi in Lombardia. Innanzitutto perché non sono state fatte indagini epidemiologiche sulla popolazione: da oggi possiamo uscire di casa per andare a lavorare ma nessuno sa “chi è l’altro”: molti potrebbero avvicinare persone infette sul luogo di lavoro o sui mezzi pubblici. Sulla metro affollata nell’ora di punta, la mascherina e il distanziamento fisico sono insufficienti: è necessario un piano di prevenzione più ampio”. Lancia l'allarme la consigliera regionale e infermiera Carmela Rozza (Pd) esortando i vertici regionali a “cambiare strategia”