Valutazione attuale: 5 / 5

Stella attivaStella attivaStella attivaStella attivaStella attiva
 

Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo contributo:

"Ciò che è accaduto nei primi mesi del 2020 ha sconvolto l’Italia ed il mondo.
Ne ha sofferto il Servizio Sanitario Nazionale specie nelle regioni del Nord e del Centro d’Italia.
Il tentativo di fare una verifica sullo stato dei Dipartimenti di Prevenzione, si è dimostrato assai carente e poco significativo.

Ora è diventato seriamente urgente e necessita di modifiche importanti come abbiamo dimostrato nel documento (elaborato dagli esperti del Movimento culturale per la difesa e il miglioramento del Servizio sanitario nazionale, ndr) del 22 settembre 2019  “Contributo sulla problematica del riordino e del potenziamento dei Dipartimenti di Prevenzione (DP)”.
Che dal Maggio 2020 abbiano risposto al questionario della SItI sui Dipartimenti di Prevenzione solo 119 soci è molto sconfortante e non adeguato allo stato dell’arte e delle urgenti impellenze riguardanti la prevenzione e la sanità pubblica.
I 99 Dipartimenti di Prevenzione sono ricomparsi nei provvedimenti governativi a seguito della pandemia virale dopo anni di ostinato silenzio.
Siamo dunque di fronte a un dimezzamento dei Servizi di Prevenzione ed alla quasi scomparsa della rete del Laboratori di Sanità Pubblica.
In molte regioni si è fatta una grande confusione sia sul decentramento amministrativo che sulla organizzazione dei servizi e dei presidi dei Dipartimenti di Prevenzione. Si pensi al modo in cui sono state indicate le aziende e agenzie nelle varie Regioni: ASL, ATS, ASST-ospedali, AULSS, ASP, AUSL, etc .
Persino i Dipartimenti di Prevenzione hanno preso in modo irresponsabile, in alcune Regioni, nomi di fantasia come per esempio: Dipartimenti di Sanità Pubblica e Dipartimenti di Igiene e Prevenzione Sanitaria, Dipartimenti Veterinari.
È necessario dunque mettere ordine nell’intero Servizio Sanitario Nazionale. Regioni e Parlamento debbono innanzi tutto rispettare i principi e valori della Riforma Sanitaria per rilanciare il Servizio Sanitario Nazionale.
L’indagine conoscitiva e la relazione tecnica della Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati (luglio 1988-1989) di ben 31 anni fa indicava che nelle Unità Sanitarie Locali della Regione Lombardia il personale operante nei Servizi e Presidi dei 14 Dipartimenti di Prevenzione e dei relativi Presidi multizonali di Prevenzione erano in servizio 4111 operatori contro un fabbisogno stimato di ben 8038 di cui 1836 dei PMIP.
Recenti valutazioni del Consiglio Regionale Lombardo per gli 8 Dipartimenti di Igiene e Prevenzione Sanitaria delle ATS risultavano in servizio circa 2500 operatori cui andavano aggiunti circa 1000  operatori del Dipartimenti Veterinari e circa 1000 operatori nella Agenzia di protezione per l’Ambiente (ARPA).
In sostanza nel 2019 in Lombardia continuavano a mancare oltre 3.000 operatori.
La popolazione Lombarda è pari ad un sesto della popolazione italiana. Mancherebbero dunque in Italia circa 18.000 operatori per i soli servizi e presidi di prevenzione.
A nostro avviso questa situazione molto preoccupante andrebbe risolta nell’arco dei prossimi 5 anni (2020-2024) nel Piano Nazionale Prevenzione e nei relativi Piani Regionali e della Province Autonome di Trento e Bolzano, tenendo conto della necessità e dell’urgenza di aggiornare i Piani Nazionali e Regionali Pandemici".

 Vittorio Carreri*, Edgardo Valerio**

* Medico igienista, ha guidato la prevenzione pubblica della Regione Lombardia dal 1973 al 2003

** Medico Igienista, già direttore uoc Sanità Pubblica e del Dipartimento di Prevenzione presso ASL Milano 1

 

® RIPRODUZIONE RISERVATA