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Sono stanche, arrabbiate, deluse. Ma anche decise a non mollare finché non otterranno da Regione Lombardia le risposte a ciò che chiedono da mesi. Innanzitutto di fare test e tamponi per gli operatori che assistono a casa i disabili gravi e gravissimi. Gli esami diagnostici sono indispensabili per operare in sicurezza e sono la condizione imprenscindibile anche per i loro familiari. I rappresentanti del Comitato famiglie disabili lombarde sono scesi in piazza

nei giorni scorsi a Milano: un flash mob di protesta sotto la sede della Regione Lombardia, organizzato con la collaborazione della organizzazione di volontariato Nessuno è Escluso e dell’associazione Mondo Charge. Circa un centinaio le famiglie partecipanti, nonostante enormi difficoltà di organizzazione, a nome delle 10mila famiglie lombarde che non avendo assistenza domiciliare, non sono potute intervenire.

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"Per noi la Fase 1 non si è mai conclusa - afferma Fortunato Nicoletti, padre di Roberta, bimba di 4 anni affetta da disabilità gravissima, e presidente del Comitato famiglie disabili lombarde -. Siamo reclusi in casa e non riusciremo a uscirne a causa delle attuali carenze dell'assistenza domiciliare. Da marzo chiediamo tamponi per tutti gli operatori socio sanitari che assistono i nostri figli: senza questi test gli operatori non possono lavorare in sicurezza, ma la Regione non accoglie la nostra richiesta, con la conseguenza di mettere a rischio i disabili e i loro conviventi". "Chiediamo anche che ci venga erogato - continua Nicoletti - il buono integrativo di 300 euro che serve a compensare il nostro carico assistenziale da quando i nostri figli non possono più andare a scuola a causa della pandemia  Vogliamo anche che vengano riconvertiti i fondi destinati ai centri semiresidenziali che non potranno ripendere le attività: quei fondi possono essere destinati al sostegno delle famiglie o, in alternativa, a potenziare i servizi domiciliari".

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"Da mesi - continua Nicoletti - le nostre richieste rimangono inascoltate, nonostante si susseguano corpose delibere regionali che non fanno altro che creare ulteriori problemi e ulteriore confusione. L'ultima delibera, varata il 26 maggio scorso, stabilisce che vengano  eseguiti test e tamponi per gli operatori sanitari in vista della riapertura dei Centri diurni. Peccato che l'assistenza domiciliare sia relegata a poche righe, nelle quali non si fa alcun cenno a test e tamponi per gli operatori che seguono a domicilio i disabili. Eppure questo riguarda da vicino decine di migliaia di famiglie in Lombardia!". "Abbiamo ribadito con forza, ma con estrema dignità, nella massima sicurezza possibile, le nostre richieste alla Regione ed in particolare agli assessori alle Politiche sociali ed al Welfare: chiediamo che il Comitato famiglie disabili venga coinvolto nei tavoli istituzionali". 

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