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Sei medici di medicina generale e un pediatra di libera scelta, un servizio di guardia medica la sera e nei giorni festivi, due infermiere di comunità: il tutto in convenzione con la sanità pubblica. E accanto, in un'altra ala della struttura, ambulatori per la libera professione a tariffe calmierate con specialisti in psicologia, counseling, nutrizione, logopedia, fisioterapia. Ancora:

spazi dedicati ai bambini e all’aggregazione sociale, una “casa digitale” per gli anziani, conferenze sulla cultura della prevenzione con esperti d’eccezione come Silvio Garattini.

Sono alcuni servizi a disposizione dei cittadini nel Centro di Cultura Socio-Sanitaria (CCSSdi Pieve Emanuele, a sud di Milano, dedicato alla storica medica di base Evelina Taddei: un polo di sanità territoriale innovativo dove opera un'equipe integrata di professionisti della cura. Entrando, bastano pochi dettagli per renderti conto della differenza: anche qui, come altrove, le persone attendono di essere visitate, però, qui, trovi dei cittadini volontari (gli Amici del CCSS) che ti accolgono e aiutano ad esempio a orientarti nella struttura. Un piccolo particolare, che però dice molto sulle linee programmatiche del Centro.  

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Perché il CCSS E.Taddei, che ha sede in via Mascagni 2, negli spazi ex Asl di proprietà del Comune di Pieve Emanuele, non fornisce solo assistenza primaria, ma è anche una sorta di “piazza” aggregativa, dove la parte sociale e quella sanitaria si incontrano e il concetto di salute va ben oltre la mancanza di malattia.

Un progetto pilota sorto dal basso quattro anni fa, grazie alla sinergia tra tutti gli attori coinvolti nel processo di cura. Amministrazione locale, medici, cittadini e ASST Melegnano Martesana con cui si è instaurata nel tempo una collaborazione sempre più stretta.

“L’esperienza del CCSS nasce durante l’epidemia di Covid – racconta il sindaco di Pieve Emanuele Luigi Costanzo , quando andarono contemporaneamente in pensione 8 medici di famiglia. Potete immaginare che con 1.500 assistiti per ogni medico e un totale di 15.700 anime, la maggior parte degli abitanti era rimasta senza dottore. Da qui, l’idea dell’allora sindaco di Pieve Paolo Festa, di riutilizzare gli spazi dell’ex Asl come ambulatori da destinare gratuitamente, in periodo Covid, ai medici interessati a trasferirsi qui. Oggi gli ambulatori vengono offerti in comodato d’uso al prezzo simbolico di 200 euro al mese”.

Arrivò così, a Pieve, Emanuele Cristiano Gandini, divenuto dottore di famiglia per vocazione dopo una lunga esperienza in ospedale come anestesista, e inoltre ex docente al Medical College of Wisconsin. Fu lui a lanciare l’idea di creare un Centro di Cultura Socio Sanitaria che fosse attivo nella prevenzione.

Tra i protagonisti di questa nuova realtà, inaugurata il 9 aprile 2022, il sociologo del Comune Vincenzo Chiantia, che fa parte dello staff del sindaco e ha favorito un legame più stretto tra cittadini e amministrazione locale, e l’assessora comunale ai Servizi sociali Margherita Mazzuoccolo (nella foto), che segue in presa diretta le attività del Centro.

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“L’attuale struttura – spiega Mazzuoccolo - è il frutto di un lavoro sinergico partito tre anni fa con l’integrazione dell’assistenza primaria con altri servizi e l’apertura di ambulatori specialistici di libera professione: l’obiettivo era creare un centro che possedesse i requisiti necessari per diventare una Casa di Comunità. Anche se finora, va detto, non c’è stato un riconoscimento formale”.

Un passo avanti in tal senso è arrivato il 12 maggio scorso, quando è stato ufficialmente sottoscritto (con delibera n.362 del direttore generale della ASST Melegnano e Martesana, Roberta Labancaun “Protocollo d’intenti e azioni operative per l’implementazione del modello “Hub and Spoke” nel territorio del distretto visconteo. 

 “La delibera - precisa il direttore del distretto visconteo della  ASST Melegnano e Martesana Samuel Dal Gesso – sancisce che il Centro di Cultura Socio-Sanitaria di Pieve ha tutte le carte in regola per diventare la Casa di Comunità “Spoke”, della Casa di Comunità “Hub” di Rozzano. C’è grande attenzione per questa struttura, molto apprezzata dagli utenti, anche perché le Case di Comunità previste nei comuni rispettivamente di Opera e Lacchiarella, per ora non apriranno a causa dei mancati finanziamenti regionali. Il CCSS di Pieve Emanuele sarà dunque l’unica struttura in un territorio che comprende 11 Comuni e 120mila persone” . 

“Il rischio – avverte Margherita Mazzuoccolo - è che, se non verranno implementate le altre due Case di comunità, tutti i cittadini, si parla di centoventimila abitanti, possano riversarsi su Rozzano e Pieve, utilizzando peraltro gli spazi messi a disposizione dal nostro Comune di Pieve Emanuele.  Già oggi abbiamo pazienti che arrivano da Binasco, San Giuliano, Rozzano, dove peraltro ci sono carenze gravissime di medici di base”.

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Del resto, il Distretto visconteo, è uno più sprovvisti di medici di famiglia: se guardiamo l'ultimo bando della Regione per coprire i posti vacanti di assistenza primaria, nel Distretto mancano all’appello 60 medici tra dottori di base e guardie mediche, e di questi 25 nei comuni di Rozzano e Basiglio, 19 nei comuni di Opera, Locate Triulzi e Pieve Emanuele, 16 tra Binasco, Casarile, Lacchiarella, Noviglio, Vernate, Zibido San Giacomo.

“Le carenze maggiori si registrano a proprio a Rozzano – evidenzia Samuel Dal Gesso - dove otto medici di base sono andati via senza mai essere sostituiti. E dove c’è anche un grave problema di ordine pubblico, con una recente sparatoria nei pressi della struttura sanitaria".

Peraltro, uno dei punti di forza del CCSS di Pieve è proprio il tema della sicurezza del personale sanitario, grazie alle collaborazioni attivate per la "salute sociale" con l’Associazione Carabinieri e la Protezione Civile: e forse anche per questo motivo, il centro attrae  donne medico.

A differenza delle Case di Comunità oggi disertate dai medici di famiglia il Centro di Pieve sta infatti diventando sempre più attrattivo. “Se in passato i camici bianchi erano motivati a venire qui per il basso costo degli ambulatori – spiega il sindaco Costanzo - oggi c’è chi decide di sposare la filosofia stessa del Centro”. Un progetto integrato, sorto per iniziativa dei diretti operatori, e con l'obiettivo di servire il crescente bisogno di cure della cittadinanza.  

“Sono convinto che siano le persone a creare i servizi – tiene a sottolineare il sociologo Vincenzo Chiantia – e che invece i progetti calati dall’alto rischino spesso di restare sulla carta”.

“La storia del CCSS trae fondamento, innanzitutto, dalle relazioni umane - afferma Cristiano Gandini (nella fotoche per questo progetto è stato recentemente nominato Cavaliere al Merito della Repubblica –. Ecco perché non amo raccontare da solo questa esperienza, preferendo invece sottolineare il grande lavoro di squadra. Nel nostro caso infatti, non è tanto un singolo individuo, ma l’insieme di tutti gli attori a essere diventato corpo curante”.

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“Ogni giorno – continua Cristiano Gandini - negli spazi del Centro operano una trentina di persone tra medici di base, specialisti, volontari, infermiere, segretarie…. Le cose funzionano grazie a tre elementi fondamentali: coordinamento, che implica un contatto regolare e quotidiano; collaborazione, che significa ripartizione dei compiti; infine cooperazione: lavoriamo tutti insieme per un obiettivo comune”. 

Una sinergia a tutto vantaggio dei pazienti anche durante l'estate. "I medici del CCSS - recita una comunicazione rivolta agli utenti -  si alterneranno tra giugno e settembre, in modo che nessun paziente rimanga senza assistenza. All'interno del Centro sarà infatti possibile ricorrere a qualunque medico di base, durante il periodo di vacanza del proprio dottore, grazie alla medicina di gruppo istituita al Centro di Cultura Socio-sanitaria E.Taddei". Una rete, della quale fanno parte anche medici di famiglia con ambulatori dislocati sul territorio di Pieve. 

Altrettanto importante, infine, è l'impegno volto a costruire una vera cultura della prevenzione. Sono tantissime le iniziative portate avanti dal CCSS: tra i temi affrontati la medicina di genere, la cardiologia preventiva, l’intelligenza artificiale, le cadute degli anziani e i numerosi incontri rivolti ai ragazzi in collaborazione con l'Istituto Mario Negri, e con un esperto d’eccezione come Silvio Garattini, divenuto cittadino onorario di Pieve.

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